venerdì 26 giugno 2009

Capitolo 12°: Scacco al cuore

Tutto era naufragato.
Dopotutto la vita è così. Un giorno sei felice, completato da una persona che pensi/credi con tutto te stesso che ti ami e ti rispetti e il giorno dopo ti ritrovi solo in un'auto a correre per strade sconosciute.
Senza un motivo apparente.
E' una sensazione che ho provato tantissime volte e con Zoe era successo ancora.
Incredibile. Per la prima volta nella mia vita ero stato sicuro di quello che potevo dare e di quello che stavo prendendo. Come un contadino assorto nel suo lavoro, coglievo i frutti di quell'amore che avevo sognato da troppo tempo e che piano piano si erano rivelati a volte marci e a volte immaturi.
Quella sera non verrà mai più cancellata dalla mia memoria.
Come al solito ero in vena di sorprese e mi ero messo in testa di portarla a cenare fuori per festeggiare. Non era una ricorrenza particolare. Non era un anniversario ne altro. Era solo una celebrazione di quanto era importante per me in quel momento. Lei. Odio la ricorrenza pre-determinata. Si intuisce?
Quella sera tornai a casa da lavoro con una sensazione strana nello stomaco. A posteriori dico che era il sesto senso che mi perseguita. Quel senso che pizzica...come l'uomo ragno quando si trova in pericolo.
Lo stomaco mi si contorceva. E tutto perchè, dentro me, sapevo perfettamente che stava accadendo qualcosa, senza capirne il motivo.
Il regalo consisteva (viste le mie finanze ristrettissime) in una cenetta a lume di candela. Tutto qui? Il seguito sarebbe stato un viaggio a Varenna per stappare una bottiglia di spumante in riva al lago.
Si...tutto qui...niente di particolare quindi. Era bello però fare il tutto con lei.
Ci sono dei momenti in cui ti trovi talmente bene con qualcuno, che vorresti fare tutto con lui.
Dove tutti i propri "vorrei" sono legati indissolubilmente a una figura. E' inutile prendersi in giro con frasi del tipo "è importante l'individualità della persona"
Attenzione. Non che non sia daccordo sul fatto che è fondamentale crearsi una propria individualità a prescindere da chi ci stia accanto. Ma qui si sta parlando di un'altra cosa.
Di quel desiderio di vedere come reagisce il proprio partner (odio questa parola però ho dovuto usarla per non fare ripetizioni), alle diverse situazioni della vita. Anche solo prendere tra coltello e forchetta un'oliva e vederla partire, volteggiando tra i tavoli di un ristorante, diventa un'occasione unica per conoscerci e innamorarsi.
Rinnovare quel sentimento che fa da cemento tra due persone.
Quando arrivai sotto casa sua avvenne il pa-ta-trak.
Uno sguardo fugace, più verso un punto indefinito alle mie spalle, che alla mia figura e una frase poco più che sussurrata"Dobbiamo parlare"
In un solo momento tutti i miei sogni e le mie convinzioni erano fuggite via.
Quel muro di sicurezza, quella coltre di calore che avevo racimolato in poco più di 6 mesi di rapporto, era crollata senza alcuna difficoltà sotto quella mazzata.
Seduto ora davanti a quel volante che girava a dx e a sx senza senso, non sapevo più cosa volessi. Chi ero?
Cosa avrei dovuto fare?
Tornando per un attimo nel mondo reale, mi accorsi che ero arrivato nella zona di Montevecchia.
Ero fermo ad un semaforo e le nuvole in cielo facevano da cornice a un sole che ormai era prossimo alla linea dell'orizzonte. O meglio...delle montagne..E' praticamente impossibile vedere, per chi abita in città, i tramonti che hanno la fortuna di vedere gli abitanti di paesini arroccati sul mare.
E io ora avevo bisogno di quello. Avevo bisogno di un'immagine di fusione per consolare la mia anima strappata. Come fare?
Innestai la prima e iniziai la salita verso il solito parcheggio che porta, dopo una passeggiata di 5 minuti a piedi, al punto più alto della collina. Era l'unico modo.
Nel frattempo mi rintanai ancora tra i miei pensieri. Solo li mi sentivo protetto, senza dolore, come anestetizzato dal pensiero stesso di quel motivo, che ancora cercavo e apparentemente non c'era.
Nel frattempo la strada scorreva veloce sotto di me e il sole era diventato solo un riflesso rosso che incendiava l'immensità azzurrina del cielo.
Poche rondini si attardavano a svolazzare qua e là sopra le macchine parcheggiate ai lati della strada.
Mi ritrovai in un baleno a fare la scalinata finale.
Il fiatone iniziò a crescere mentre, gradino dopo gradino cresceva la mia disperazione.
Avevo spesso questi momenti che somigliavano più alla reazione per la morte di una persona cara piuttosto che a quello che stavo realmente vivendo.
Ero svuotato, mi sentivo inutile...non sapevo davvero darmi tregua...avevo speso 6 mesi di sussurri, speranze, sentimento e profondità, in una persona che aveva spazzato via tutto in un attimo.
Forse era proprio morto qualcosa dentro me....una parte del mio cuore.

martedì 23 giugno 2009

Ritornare...

Se aspettavo ancora un po', le pagine di questo "e-book" già di per se ingiallite, si sarebbero sgretolate senza ritegno.
Eccomi qui.
Tornato da Dado's Pages (mio blog ufficiale) per cercare di dare un senso compiuto alla storia tra Lorenzo e Zoe.
Ci provo, senza pretendere di scrivere un best seller...solo qualche sensazione che passa e lascia brividi e segni indelebili dentro me.
Mi pare che qualcuno scrivesse "Il mio amore addosso come una bestia nuda"...mi pare nella mia immensa ignoranza che fosse Eluard...come una bestia nuda...e come tale lascia segni, brividi e può fare anche carezze....
Vediamo cosa combinerà questa bestia nelle prossime pagine.